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Dove l'oliva ascolana risorge

Amore per il territorio e per i prodotti della terra che lo rendono famoso

Dove l'oliva ascolana risorge
Olive Gregori

I terreni dell’azienda sono di proprietà della famiglia da quattro generazioni e hanno ospitato negli ultimi sessanta anni principalmente colture cerealicole, vigneti, oliveti e frutteti.
Nel 2009 nasce la necessità di dare un’impronta più moderna e allo stesso tempo locale all’azienda, di conseguenza la decisione di destinare l’intero fondo aziendale alla coltivazione dell’oliva ascolana del piceno DOP, impiantando oltre mille ulivi.


La scelta di produrre oliva tenera ascolana, è chiaramente legata all’amore per il territorio e per i prodotti della terra che lo rendono famoso.


L’ambiziosità e la modernità del nostro progetto, non stanno nell’impianto del giovane oliveto, ma nella realizzazione del laboratorio di trasformazione dell’oliva DOP in salamoia che, ci consente di chiudere in azienda la filiera produttiva dell’ascolana tenera.

Oliva Ascolana del Piceno DOP

Oliva verde da tavola, in salamoia o panata e ripiena, frutto della varietà d’olivo Ascolana Tenera.

La varietà “Ascolana Tenera” del genere Olea europaea subspecie sativa era perfettamente conosciuta anche in epoca romana. I latini le chiamavano colymbades, derivandone il nome dal verbo greco, κολυμβαω (colymbáo), che vuol dire: io nuoto, proprio in riferimento al metodo di conservazione.

Produrre un alimento a “marchio DOP”, significa accettare e sottostare alle rigide direttive del disciplinare di produzione che impongono la filiera certificata.
La lavorazione è sottoposta a verifiche costanti in ogni sua fase, dalla produzione alla trasformazione da parte dell’ASSAM, ente certificatore designato dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali.

La salamoia

La salamoia

L’oliva viene raccolta intorno a metà settembre, rigorosamente a mano e una alla volta. 
Segue la fase di deamarizzazione in cui il frutto viene immerso in una soluzione alcalina per 8-10 ore e perde il suo caratteristico sapore amaro.
Nei giorni successivi vengono eseguiti lavaggi in acqua, a questo punto le olive sono pronte per essere immerse in una soluzione salina con l’aggiunta di finocchio selvatico. 
Dopo il processo di fermentazione le olive vengono costantemente controllate affinché non si creino fermentazioni anomale che ne inficierebbero la qualità e sono pronte per essere confezionate nei vasetti. 
Prima di essere consumate, devono essere dissalate, immergendole in acqua dolce per un tempo variabile in base al grado di salinità che si preferisce.

Montalto delle Marche un borgo dove è possibile ritrovare numerose emergenze architettoniche medievali, come le mura e le porte che ancora circondano l'abitato. Sito nella fascia collinare che va dalla costa Adriatica alla Catena dei Sibillini, ad una distanza percorribile in venti minuti, sia dal mare che dalla montagna. 

Terreni olivati con piante dislocate nei comuni di: Rotella, Lapedona e Montalto delle Marche.

Grazie all’esperienza tramandata dai nonii, l’impianto ha un sesto di 7x7 metri per consentire un’ottima aerazione alle piante e un impianto di irrigazione a goccia alimentato da un lago artificiale di raccolta delle acque piovane.

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