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Il tratto distintivo del Verdicchio di Matelica di Stefano Zoli è una acidità molto importante e distintiva, con profumi di montagna e un sorso teso, vibrante.
Un’anteprima – artigianale, sottovoce e potente – è pronta a raccontarsi. Per chi viaggia, sperimenta, interagisce con la natura.
Vino da bersi subito ma lasciato in cantina qualche anno può regalare grandi emozioni.
Le uve provengono da un vigneto composto da 3.500 viti molto vecchie allevate a doppio capovolto su un terreno composto di flisch, marne gialle e calcari esposte a Sud/Est a 430 metri sul livello del mare.
Raccolta a metà ottobre
Vinificazione: pressatura soffice con uva intera in riduzione (la pressa è satura di CO2) con successiva fermentazione spontanea in acciaio e cemento.
Affinamento di 5 mesi sur lies e poi 2 in bottiglia
Abbinamento: si abbina con ricchi piatti a base di pesce, primi sostanziosi, da provare anche con un filetto di maialino con mele.
Si consiglia di degustarlo in calici tulipano.
‘Vorrei che i miei vini parlassero di queste montagne, di questi boschi, di queste albe e tramonti.
Che parlassero di luce.’
Matelica il luogo perfetto per un grande Verdicchio di montagna.
Grandi escursioni termiche tra il giorno e la notte, antichi terreni calcarei e aria cristallina.