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la più antica dell’alta Vallesina frutto di una millenaria vocazione vitivinicola in una lingua di terra stretta tra due monti.
Le origini affondano nelle storie delle famiglie dei contadini matelicesi che, generazione dopo generazione, hanno profuso impegno e passione nella coltivazione della vite.
La cantina PROVIMA nacque nel 1932, per volere del regime fascista, allo scopo di assolvere al cosiddetto obbligo dell’ammasso forzato delle uve, da parte dei contadini matelicesi. La stessa posizione della cantina, in prossimità della stazione ferroviaria, era stata scelta per agevolare il trasporto delle masse vinicole tramite rotaia.
In passato era conosciuta come enopolio o Centrale del Vino di Matelica ed ebbe il suo culmine negli anni 50 e 60 quando incamerava circa 40.000 ettolitri di vino. L’archivio aziendale ci dà notizia che nel 1950 venne creato un apposito comitato di produttori vitivinicoli per l’organizzazione della produzione e della commercializzazione, denominato “Commissione per la gestione dell’Enopolio”.
Gli ultimi anni sono stati caratterizzati da un notevole incremento della base sociale, con il conferimento di nuovi e giovani vigneti, frutto di questa passione nata lontano nel tempo e arrivata ai nostri giorni intatta e integra in tutta la sua genuinità.
Oggi l’attuale cooperativa, Produttori di Matelica 1932, annovera oltre 80 viticoltori che rappresentano una superficie vitata totale di circa 120 ettari con una produzione media di 10.000 ettolitri di vino.
…frutto di una complessità che deriva dalla combinazione felice di infiniti dettagli, in primis:
grande eterogeneità della superficie vitata (superficie media per ogni socio 0,5 ha) che si traduce in un vantaggio perché permette di ottenere una vasta gamma di referenze e di differenziare le produzioni.
gestione sostenibile dei vigneti (alcuni in agricoltura biologica): inerbimento, uso di trappole sessuali, sovescio, uso limitato di pesticidi.
L’aspetto che ci contraddistingue è l’attenzione posta nella valorizzazione del vitigno Verdicchio, utilizzando le moderne tecnologie nel rispetto della tradizione, per veicolarne la complessità sensoriale attraverso diversi stili di vinificazione.
Seguiamo attentamente tutto il processo produttivo, dalla vigna alla bottiglia, in modo tale da garantire la migliore espressione del Verdicchio di Matelica.
I nostri vigneti sono condotti in agricoltura sostenibile, grazie al costante confronto tra l’agronomo e i nostri viticoltori, riusciamo a ridurre al minimo il numero di interventi in vigna per avere uva sana e di qualità.
Tutti i nostri vigneti sono inerbiti poiché consideriamo il mantenimento di un’elevata biodiversità un elemento importante per la salvaguardia del nostro amato territorio.
In cantina il nostro lavoro consiste nel mantenere inalterato il patrimonio compositivo ed aromatico delle uve per regalare dei vini capaci di comunicare la nostra passione per il Verdicchio.
Territorio dall’antichissima vocazione vitivinicola è la culla in cui nasce il Verdicchio di Matelica DOC, in un’area di circa 300 ettari nella cosiddetta Alta Vallesina che è una delle più grandi vallate della Regione Marche.
La disposizione, parallela rispetto al Mar Adriatico e la presenza delle dorsali montuose dell’Appennino Umbro-marchigiano, che circondano questa vallata dove si erge il Monte San Vicino, determinano un clima continentale, con inverni molto rigidi ed estati molto calde.
I terreni sono magri, permeabili e sciolti da sfaldamenti marnosi argillo-silicei e calcarei.
Tutti questi caratteri fanno sì che il “Verdicchio di montagna”, nel suo originale clone autoctono, si vendemmi più tardi, produca uva rara di alta qualità e dia origine a vini di minor corpo, maggiore acidità e freschezza aromatica (agrumato).