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Estd 1966 storia di vigne e vini

Una delle interpretazioni più rappresentative del verdicchio di Matelica.

Vini di grande struttura e complessità, ben disposti all’invecchiamento, ma soprattutto, espressione inconfondibile e inimitabile del loro territorio di provenienza

Estd 1966 storia di vigne e vini
La Monacesca 1966

La cantina La Monacesca deve il suo nome ad un piccolo nucleo di monaci farfensi che, nel X secolo, per sfuggire alle invasioni barbariche nell’Italia del Nord, si rifugiarono proprio in questa valle, costruendovi una chiesetta ed un convento che oggi, ben restaurati, fanno parte del borgo aziendale.

Nel 1966 Casimiro Cifola rileva questo podere ed inizia ad impiantarvi viti: Verdicchio soprattutto.

Nel 1973 il primo Verdicchio a marchio La Monacesca è immesso sul mercato e riscuote subito molto successo. Aldo, figlio di Casimiro, affianca il padre nella conduzione della cantina nel 1982 ed inizia l’impianto di altri vitigni quali il Sangiovese, il Merlot e lo Chardonnay.

Oggi Aldo è una fucina di nuove idee e innovazioni, portando avanti l'attività familiare con passione e vivacità.

1879 - 1967 - 2010

Si è dovuto attendere circa tre secoli (1879) per avere la prima descrizione ampelografica del Verdicchio come miglior vitigno a bacca bianca coltivato nelle Marche, a sancire quindi la unicità ed ecletticità per questo straordinaria uva.
Raggiunge il riconoscimento del DOC nel 1967, primo nelle Marche e quattordicesimo in Italia.
Continua in questo suo percorso di assoluto premierato con il riconoscimento nel 2010 della DOCG nella versione Riserva, raggiungendo un traguardo unico nel panorama vitivinicolo nazionale.

Il fascino di epoche così lontane, dall’età del Bronzo ai giorni nostri, unite nel loro avvicendarsi dal sottile filo rosso della vite e del suo vino, che come sempre racconta storie di uomini e le loro emozioni.

Vini unici, dai profumi e dai sapori d'altri tempi, che sapessero raccontare la magia di una terra ricca di storia e di tradizione. L'antica espressione di Matelica risplende con vivacità e grande dinamismo nel bicchiere, all'olfatto e nel palato, regalando sensazioni uniche e appaganti.

L'obbiettivo principale è sempre quello di arrivare a esprimere nel calice l’unicità di quelle che sono le migliori terre marchigiane se si parla di vino.

Rispetto alle origini, ciò che non è cambiato è la cura artigianale e quasi maniacale con cui si produce vino, rimasta sempre la stessa.

Dal “Terra di Mezzo” al “Mirum”, dall’“Ecclesia” al “Camerte”, quelle targate “La Monacesca” sono etichette dove si incontrano la storia, la cultura e la tradizione di un grande terroir.

L’autoctonia e la territorialità rappresentano ai giorni nostri prerogative imprescindibili per l’affermazione di un vino, a tal punto che a volte resta difficile comprendere quanto il marketing sostituisca madre natura nel caso in cui tali caratteristiche siano in evidente difficoltà di espressione.

Noi abbiamo la fortuna di non dover fronteggiare questo problema , avendo la possibilità di usufruire per le nostre produzioni del supporto determinante di un complesso microclimatico e pedologico assolutamente unico quale quello dell’Alta Valle dell’Esino

.Clima continentale e grandi escursioni termiche… Tutte le altre grandi valli marchigiane sono posizionate in direzione Ovest - Est: nascono nei monti dell’Appennino e si estendono fino ad arrivare perpendicolari al mare Adriatico, mitigando il loro clima grazie all’apporto della brezza marina.
Ben diversa è la situazione di questo splendido “catino” chiuso al mare, in cui si sviluppano condizioni di clima continentale, con grandi escursioni termiche giornaliere e stagionali, che rendono assai più ardua la coltivazione della vite, ma decisamente sorprendente dal punto di vista qualitativo, poiché tali difficoltà si trasformano in assolute eccellenze dal punto di vista sensoriale, permettendoci di avere vini complessi, austeri e votati ad evoluzioni gustative nel tempo assolutamente uniche nel panorama italiano.
Se poi a tutto ciò uniamo le peculiarità pedologiche di terreni di natura fossile e ricchissimi di elementi minerali, legati alla presenza nel periodo Paleolitico di acqua salata, che vanno a conferire al prodotto finale delle caratteristiche di acidità, freschezza e sapidità totalmente irriproducibili altrove, ecco che ci troviamo di fronte ad un quadro finale di unicità ed eccellenza che solo madre natura sa dipingere.

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