Una ghiotta storia d’antichi pasticceri…
Nel 1946 il Principe del Piemonte concedeva al Cav. Severino Francucci lo stemma reale con la legenda “Brevetto della Real Casa”.
Il “tradizionale” torrone di Camerino, dopo la fase di amalgama, veniva posto sugli stampi di legno, compresso con morsetti a vite per poi essere pressato a mano con rulli di metallo.
Infine, veniva spalmato alla base di albume d’uovo montato a neve e, sopra nonché ai lati, pennellato di glassa di cioccolato ( a base di burro di cacao e cioccolato amaro ).
Il torrone camerinese è un tesoro di miele e di bontà. Non si lascia vincere senza difesa: duro e schivo al primo impatto, si lascia sciogliere tra i denti ( così la gente delle Marche montane … ruvida fuori ma tenera nell’ intimo ).
Dal 1983 Paolo Attili. … è il guardiano del Torrone, una bella storia di un uomo che è come il suo prodotto, “duro e schivo al primo impatto, ruvido fuori ma tenero nell’intimo”.
Recuperato il gusto familiare per l’impasto "amorevolmente" diventa il castellano di questa fortezza a base di miele e mandorle.
Produzione artigianale limitata, inferiore alla domanda, seguita in tutte le fasi con passione per produrre una delizia degna di tradizione che si tramanda dal 1980.
Camerino, capitale della Signoria dei Da Varano che segnò il massimo splendore della città.
Tra torri, bastioni, cittadelle e maestose fortezze.
Molteplici sono le rocche che caratterizzano Camerino e il territorio circostante: la Rocca Borgesca (Camerino), la Rocca Varano, oggi museo (loc. Sfercia di Camerino) la Rocca d’Aiello (Camerino), il Castello di Lanciano, oggi museo (Castelraimondo) e Beldiletto (Pievebovigliana).
A Camerino l'Epifania si festeggia in modo dolce, un lungo serpente fatto di mandorle e miele che si snoda tra i vicoli della cittadina. Finisce per deliziare i palati dei cittadini e dei tanti visitatori.
Camerino vanta il record di città dove è stato preparato il torrone più lungo del mondo, 713 metri e 13 centimetri di bontà.
